La Cantina
Oltre il tempo e lo spazio
Una cantina sospesa nel tempo e custode non solo di bottiglie, ma di tutte quelle storie che ogni bottiglia racchiude. Tre diverse anime convivono tra loro in questo luogo dove regna un silenzio quasi assordante. Una di queste è la galleria la cui costruzione inizia nel 1986 e termina nel 1992 per mano di chi già stava lavorando alla ristrutturazione dei casali: Mario Secci, Giotto Cicionesi e Romolo Bartalesi. La sfida era una sola: realizzare a mano 300 metri di galleria sotterranea per lo stoccaggio dei fusti di legno, utilizzando solo pietre di galestro di risulta dagli scassi dei vigneti, con la tecnica medievale delle centine in legno per dar forma ad un lunghissimo e suggestivo arco etrusco ribassato. Una galleria che oggi collega le nuove cantine a quelle settecentesche del Castello che racchiudono il più grande archivio di annate storiche del Chianti Classico a partire dal 1962, anno della prima vendemmia e della nascita del primo cru di Chianti Classico. Dalla parte opposta invece si trova la parte più recente dove già nei primi anni ’70 si diede inizio all’utilizzo di fermentini in acciaio in sostituzione di quelli in legno, dove il controllo delle temperature era molto più difficile. Negli stessi anni si passò dall’utilizzo delle botti di castagno a quelle di rovere di Slavonia, con tannini più dolci e meno aggressivi. La cantina di Monsanto è un vero e proprio viaggio nel tempo che dai giorni nostri, attraverso un pezzo importante di storia, ci riporta indietro a quando il passato era già futuro.