Bottiglia simbolo dell’azienda, primo Chianti Classico a riportare in etichetta la menzione di singolo vigneto che vede la scomparsa delle uve bianche dalla sua composizione nel 1968.

Un'etichetta tra le più antiche in Italia, la più prodotta dall'azienda, a testimonianza della filosofia di Monsanto verso il Sangiovese.

Prodotto dai vigneti più giovani dell’azienda, il nostro Chianti Classico Annata, unisce la prontezza e la spensieratezza del sorso alla profondità che i terreni di Monsanto donano ai nostri vini.

Il Sangioveto Grosso, ottenuto da un altro grande cru aziendale, il vigneto “Scanni”, testimonia ulteriormente la tensione rivoluzionaria che fin dall’inizio ha segnato la storia del Castello di Monsanto.

Un nome che prende spunto dal famoso detto “Nemo propheta in patria” che in quegli anni ben si addiceva allo spirito d’avanguardia e pionieristico dell’azienda.

Lo Chardonnay è frutto dell’intuizione di Fabrizio Bianchi che, alla metà degli anni Settanta, decise di impiantare questo vigneto nei terreni di proprietà posti fuori della denominazione Chianti Classico.

Non prodotto di risulta da salasso, ma vino ottenuto da brevissima macerazione delle uve, il nostro Rosato nasce dai vigneti più giovani di Sangiovese.

Da uve Sangiovese raccolte ad ottobre e lasciate ad appassire fino ai primi mesi dell’anno successivo, il Vinsanto Occhio di Pernice si produce seguendo la più rigida tradizione.

Da uve Trebbiano e Malvasia raccolte ad ottobre e lasciate ad appassire fino ai primi di febbraio, il Vinsanto del Castello di Monsanto si produce seguendo la più rigida tradizione.