Il Sangioveto Grosso, ottenuto da un altro grande Cru aziendale, il vigneto “Scanni”, testimonia ulteriormente la tensione rivoluzionaria che fin dall’inizio ha segnato la storia di Castello di Monsanto. Il vigneto fu impiantato interamente a Sangiovese nel 1968 e vide la sua prima vendemmia nel 1974, in deroga e opposizione al disciplinare della denominazione Chianti Classico che non prevedeva si potessero costituire vigneti con ampelografia diversa dalla ricetta storica del 1800. Da sempre confezionato in bottiglia Borgognotta, a rimarcare il suo ruolo di dissidente, è rimasto negli anni un vino ad Indicazione Geografica Tipica, di pura suadenza e setosità in gioventù e di poderosa capacità di tenuta negli anni.
Denominazione
Vino da tavola
Primo anno di produzione
1974
Vitigni
100% Sangiovese
Sistema di allevamento
Guyot
Vinificazione
In tini di acciaio tronco-conici a temperatura controllata con sistema di svuotamento (Délestage) e rimontaggi per circa 20 giorni
Maturazione o invecchiamento
In botti di rovere francese da 500 litri, in parte nuovi in parte di secondo passaggio per 18/20 mesi
Affinamento
Due anni in bottiglia
Andamento climatico
Il 1985 è considerata da buona parte dei viticoltori toscani una delle annate del secolo. L’inverno è stato molto freddo – tutti ricordiamo la terribile gelata di gennaio che ha dimezzato le piante di olivo - e anche la primavera è stata umida e con temperature inferiori alla media. L’inizio del ciclo vegetativo, però, è stato complessivamente regolare,la fioritura e l’allegagione buone. Dalla fine di luglio, poi, il tempo è cambiato improvvisamente: una lunga estate calda e asciutta e bel tempo hanno accompagnato tutta la durata della vendemmia. Le uve sono state raccolte sane e con un grado zuccherino piuttosto elevato.