Nella metà degli anni Settanta – quando fervido era il dibattito se i vitigni internazionali potessero trovare legittima dimora nella Toscana centrale – Fabrizio Bianchi decise di impiantare il Cabernet Sauvignon nel vigneto Il Mulino da cui, nel 1982 ebbe origine questo vino dall’espressione territoriale unica. Il suo nome prende spunto dal famoso detto “Nemo propheta in patria” che in quegli anni ben si addiceva allo spirito d’avanguardia e pionieristico dell’azienda.
Denominazione
I.G.T. Toscana Rosso
Primo anno di produzione
1982
Vitigni
100% Cabernet Sauvignon
Sistema di allevamento
Cordone speronato
Vinificazione
In tini di acciaio tronco-conici a temperatura controllata con sistema di svuotamento (Délestage) e rimontaggi per circa 20/22 giorni
Maturazione o invecchiamento
In barriques nuove di rovere francese per circa 18 mesi
Affinamento
Due anni in bottiglia
92 pt
Falstaff
93 pt
James Suckling
92 pt
Robert Parker
94 pt
Vinous
Andamento climatico
La 2017 è stata una delle annate più calde degli ultimi decenni. I primi mesi dell'anno sono stati variabili con qualche pioggia solo a fine febbraio e marzo. Poi si sono verificate alcune gelate tardive, ma da maggio in poi le piogge sono state molto esigue e le temperature sono state sempre al di sopra delle medie stagionali. In luglio e agosto si sono spesso raggiunti dei picchi di caldo. Solo nei primi giorni di settembre si sono verificate alcune piogge, non abbondanti, ma sufficienti ad interrompere quel caldo che da tempo affliggeva le viti e a completare il regolare processo di maturazione delle uve. In questa annata straordinariamente calda sono state fondamentali la gestione precisa e puntuale del vigneto e l'esperienza nel processo di vinificazione, per ottenere uve sane e vini di alto profilo. Nonostante la significativa diminuzione delle quantità prodotte, i vini 2017 sorprendono piacevolmente in termini di qualità. Si tratta di vini dal colore vivace e profondo. L'impatto olfattivo è intenso e vario, con importanti note fruttate. I tannini sono generalmente maturi e morbidi in bocca ma con la grande acidità e mineralità che contraddistinguono il Sangiovese coltivato su suolo di Galestro. Nel complesso, nonostante la vendemmia calda, i vini 2017 prodotti al Castello di Monsanto hanno buone potenzialità di invecchiamento.